La Fattoria dei Primi: il bene confiscato si trasforma in un bene comune

A trentasei anni dalla nascita della Legge 646 Rognoni – La Torre, si rafforza l'impegno ad attuare processi di riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata.
Gli Immobili confiscati in Italia sono circa 17.000, di cui 88 a Valenzano (BA): il ritorno alla legalità di questi beni riveste un valore sociale ed economico così elevato che lo Stato ne promuove il riutilizzo.
A seguito di una gara pubblica, nel 2019 la cooperativa sociale Semi di Vita si è aggiudicata 26 dei 34 ettari in Valenzano confiscati alla mafia, localizzati in contrada Marrone e abbandonati da 30 anni.
Grazie al lavoro di 500 volontari, in due anni il terreno viene bonificato (da 720 tonnellate di rifiuti) e il bene confiscato si trasforma in un bene comune: la Fattoria dei Primi, un progetto di agricoltura sociale e rigenerazione urbana.
I 26 ettari di territorio confiscati alla mafia sono lo strumento attraverso cui può cambiare la percezione di Valenzano da comune confiscato alla mafia a comune laboratorio di legalità.
Il disegno strategico, per il quale alcune delle azioni iniziali previste sono già in essere, prevede il coinvolgimento del terzo settore, degli organi comunali, delle associazioni e delle parrocchie al fine di attivare percorsi di dialogo, di partecipazione e di progettualità per la rivitalizzazione del bene in una ottica di sana imprenditoria. L'agricoltura, come mezzo per coniugare sia il recupero della personalità, sia una vita lavorativa, è un percorso che in cooperativa è stato ed è sperimentato con l'ausilio di progetti che vedono impegnati ragazzi diversamente abili in attività di orto-terapia e ragazzi appartenenti al circuito minorile del penale utilizzando le “messe alla prova” seguito da inserimenti lavorativi.
Partendo da questo principio, Semi di vita si prende cura delle persone come della terra: i diversi elementi convivono e interagiscono tra loro sulla base del rispetto reciproco.
La Fattoria dei Primi ha come elemento distintivo la sostenibilità declinata nelle sue generalità più complete; la mission è quella di essere una organizzazione capace di dialogare con le persone che sono ai margini della società assicurando loro un inserimento formativo e lavorativo per produrre prodotti biologici valorizzando l'identità territoriale.
Gli obiettivi del progetto sono coerenti con le tre aree di intervento individuate:
1) Agricoltura: il mezzo per raggiungere gli obiettivi di risocializzazione del bene;
2) Sostegno alle attività di accompagnamento al lavoro di fasce deboli della popolazione (minori in condizioni di disagio e/o disabilità)
3) Sviluppo e rafforzamento della cittadinanza attiva, della legalità e della corresponsabilità con il coinvolgimento degli studenti delle scuole medie inferiori e superiori in programmi partecipativi in cui il tema dell’antimafia sociale verrà trattato attraverso argomenti come: pluralità-dall’Io al Noi; imparare a pensare – il valore della conoscenza; diritti, doveri e libertà-la centralità dei diritti; la qualità della città e dell’ambiente.
La rigenerazione agricola dei terreni avverrà con la coltivazione della terra riportando il bene da landa desolata ad azienda produttiva. In questo sistema saranno integrati processi di economia circolare e sostenibilità nelle sue diverse accezioni.
Ad oggi sono stati realizzati: 8 ettari a frutteto, 7 ettari per uso seminativo (legumi e grano), 3000 metri per gli ortaggi, il pozzo e un giardino mellifero.
La coltivazione biologica e la floridezza del terreno impongono che le colture abbiano cicli di rotazione; legumi ed ortaggi si susseguiranno al fine di attuare le rotazioni necessarie alla cura del terreno. La macinatura della superficie a 30 cm, consentirà la coltivazione ottimale sia dei legumi che degli ortaggi.
Il laboratorio in fase di allestimento nell’Istituto penale per minorenni Fornelli di Bari, nell’ambito del progetto «Cardoncelleria Fornelli» permetterà di confezionare i legumi e di essiccare frutta e ortaggi per il mercato HoReCa.
Il progetto prevede anche la realizzazione di un pollaio con 1400 galline ovaiole che soddisferà molteplici obiettivi:
- Economia: con la vendita di uova certificate biologiche il cui consumo ha un trend positivo negli ultimi tre anni con un fattore di crescita di almeno il 10% annuale in volume d’affari.
- Innovazione sociale: impegnare nelle attività persone lavorativamente svantaggiate al fine di attivare percorsi di accompagnamento lavorativo;
- Educazione e Formazione: funzione educativa che si svolgerà con il coinvolgimento delle scuole e la partecipazione degli studenti in sessioni di formazione “imparare-facendo”.
La collaborazione, già avviata da anni, con il Dipartimento di Veterinaria, adiacente ai terreni, fornirà le conoscenze per la realizzazione delle strutture di allevamento, la formazione dei soggetti coinvolti nell’inserimento lavorativo e del personale coinvolto per la gestione degli animali e del pollaio, il monitoraggio sanitario delle galline.
La Fondazione Vincenzo Casillo sostiene da tempo le attività della cooperativa Semi di Vita. Lo scorso anno ha donato 100 ulivi per il progetto "Un Uliveto della Memoria" in ricordo delle vittime innocenti di mafia pugliesi e quest'anno rinnova la sua vicinanza e il suo sostegno per la Fattoria dei Primi, nella piena convinzione di contribuire a generare un'economia circolare che sia d'aiuto per le giovani generazioni e che incoraggi un senso di comunità, cooperazione sociale e pratiche sostenibili.
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