Festival Il Giullare: un teatro in cui la diversità è ricchezza
Nel 2000 un gruppo di giovani volontari dell'Associazione Promozione Sociale e Solidarietà di Trani (BT) ha prestato servizio in una Casa di accoglienza residenziale per persone disagiate, frequentata per due volte a settimana da pazienti del Centro di Salute Mentale.
Grazie all'ispirazione giunta dagli scritti di Dario Fo, è nato un progetto teatrale che affonda le sue radici nel pezzo “Nascita del Giullare” tratto da Mistero Buffo, giullarata popolare, in cui si racconta come nasce un giullare.
Una persona disagiata capace di mettere a disagio: questa l'idea del personaggio, povero e fuori dagli schemi, che porta con sé la missione divina della parola, della denuncia, del rimprovero, della comunicazione.
È diventata un'ambizione, una sfida, che tenta di dimostrare che la diversità non si traduce in inferiorità. Si parla di abilità differenti che trovano una strada per essere comunicate con diverse forme espressive. Nasce così l’idea di un teatro contro ogni barriera, in cui sul palco recitano insieme attori con diversa abilità e attori normodotati. Il festival Il Giullare dal 2008 ha infatti come obiettivo la promozione di una cultura che abbatte ogni barriera, la volontà di dimostrare attraverso l’arte, il teatro, la cultura, che la diversità è ricchezza e risorsa.
È un Festival unico nel suo genere, tra i più seguiti e conosciuti in Italia, un’opportunità preziosa per esprimersi in cui l’arte e il teatro sono spesso coniugati con convivialità, confronto, scambio e crescita di chi vi partecipa.
Quella appena conclusa dal 7 al 12 Luglio 2024 è stata la XVI Edizione: ha ospitato presso il Centro Jobel circa 20 eventi, 150 spettacoli che fanno dell’inclusione la loro ricerca, 40 volontari, una media di 180 artisti e accompagnatori e ha coinvolto come ogni anno circa 7000 spettatori provenienti da ogni parte d'Italia.
La Fondazione Vincenzo Casillo è stata parte della giuria e ha istituito il Premio della critica conferito allo spettacolo "Taraballa" della Compagnia Mayor Von Frinzius, un gruppo teatrale che lavora dal 1997 sulla marginalità sociale.
"Credo che nella marginalità ci sia un'energia in più, una scintilla particolare che non si trova altrove. Basta guardare due persone che sono ai margini della società perché considerati folli, perché sono detenuti o prostitute che litigano e che si muovono: i loro corpi raccontano qualcosa che è vitale, mentre quando fai teatro e vedi delle cose che sono normali, stereotipate o un continuo ripetersi osmotico di dimensioni sociali già viste, beh, in tutto questo la vita scompare".
( Lamberto Giannini, regista della Compagnia Mayor Von Frinzius)
Per approfondire ulteriormente, qui trovate il dossier de Il Giullare.
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